Dunque, a scanso di equivoci e per preservare gli insegnamenti del Maestro Andrea inserisco i Capisaldi della dottrina:
CITAZIONE
Solo per dare un’idea generale della teoria esposta fino ad oggi da "A" (Andrea), ne tracciamo qui di seguito i principali capisaldi tralasciando, per brevità, tutte le intuibili implicazioni teoriche.
Si ricorda che l’insieme del discorso di Andrea (in continuo accrescimento) è contenuto in oltre 12.000 pagine.
Numerosi sono anche i libri che trattano la dottrina di questo grande Maestro spirituale: in Italia su questo importante caso paranormale è stata accettata, in due Università di Stato, finanche una tesi di laurea.
Prima di esporre la sintesi, vogliamo premettere che la linea conduttrice del discorso di Andrea si fonda sulla certezza che esiste lo Spirito, struttura energetica a noi sconosciuta creata da Dio: anzi emanata, perché nulla si crea, essendo ogni cosa già in Lui.
Lo Spirito è un essere libero e autonomo che inizia il suo cammino evolutivo come «tabula rasa» ma con la pulsione ad elaborare ed accrescere, durante il viaggio infinito, la natura divina che è in lui. Il "viaggio" a cui allude il Maestro è un duplice percorso: nell’esterno da Sé, cioè nell’universo sia reale che concettuale e nella propria interiorità, riconvertendo in conoscenza ciò che si acquisisce nel viaggio sperimentale fuori del proprio Sé.
Questo "lavoro" conoscitivo è eterno: in questo percorso è compreso anche il ritmo delle vite umane che rappresentano solo momenti dell’infinito viaggio. Non c’è una verità assoluta da trovare, ma conoscenze che si accrescono continuamente poiché l’universo, sostanzialmente, è una macchina spirituale e meccanica in moto perpetuo e continuo: una macchina che trae linfa ed energia dal mistero stupendo che noi uomini abbiamo chiamato col nome di Dio.
Ciò premesso, il Maestro ci dice:
1)- ESISTE SOLO DIO: NON ESISTE IL MALE
Ciò che definiamo "male" è solo un aspetto immaturo dell’unica proiezione possibile, cioè il bene
Entrambi i termini bene/male hanno, però, significati e simboli umani. Nella realtà universale non è concepibile un anti-Dio e, di conseguenza, il diavolo non può esistere. Se esistesse sarebbe stato concettualmente creato dallo stesso Dio che sarebbe, a questo punto, l’unico responsabile del male. Infatti nulla può esistere (neppure l’antitesi) che non sia prima stato in Dio. Il diavolo sarebbe stato creato, quindi, dallo stesso Dio, ma dovremmo, allora, ammettere che nella mente di Dio albergherebbe anche il principio del male: e questo e impossibile.
2) - ANIMA
Si tratta, secondo "A", di una struttura energetica di cui si serve lo Spirito per entrare in contatto col suo stesso corpo attraverso il cervello. In pratica è l’Anima ad abitare il cervello e ad essere, a sua volta, abitata dallo Spirito, per cui l'Anima si costituisce come rappresentazione, ma non come vera esistenza. Essendo "rappresentazione", ciò che definiamo "anima" non solo traduce le intenzionalità dello Spirito, ma accoglie anche gli psichismi umani che traduce come significati spirituali. L'anima, in definitiva, é lo stesso Spirito quando questi si accosta a tutto ciò che é materiale, compreso il linguaggio della mente. In questa accezione, pur con alcune differenze, i termini anima e spirito possono essere considerati equivalenti.
3) - SPIRITO
È il vero nucleo di origine divina: eterno, infinito, autonomo, individuale, non soggetto a morte. Lo Spirito, essendo della stessa natura di Dio, non è soggetto a trasformazione, ma solo ad evoluzione, poiché egli è stato emanato come una tabula rasa che, tuttavia, ha in sé il potenziale divino. L’evoluzione, cioè il lavoro spirituale nell’Universo, consente allo Spirito di passare dalla "tabula rasa" alla Conoscenza attraverso un processo che non avrà mai fine, poiché Dio è infinito e l’infinito non ha un termine.
4)- LO SPIRITO NON ARRIVERÀ MAI A DIO
Arriva a Dio solo ciò che possiede la Sua stessa potenza e grandezza. Un infinito, quale è Dio, non é raggiungibile neppure dallo Spirito anche se questo è infinito. E come due parallele: anche due infiniti, come queste, non si incontrano mai.
Per raggiungere Dio lo Spirito dovrebbe essere simile a Lui, ma in questo caso in Lui si fonderebbe distruggendo la propria individualità e questo, per lo Spirito, corrisponderebbe ad una vera morte. Ma se lo Spirito raggiungesse Dio avremmo anche tanti Dio di pari valore, poiché ciascuno equivarrebbe all’altro.
Inoltre è assolutamente priva di senso la credenza che lo Spirito contempli Dio. La contemplazione non è mai un atto intelligente e ciò non è conforme alla natura dello Spirito il quale, invece, è un Essere attivo e in evoluzione continua. Infine appare banale l’immagine di un Dio che voglia essere adorato come un comune essere umano affetto da narcisismo.
5) - EVOLUZIONE
È il principio in base al quale lo Spirito ritrova in sé la matrice divina di cui è costituito. Per poterla ritrovare lo Spirito "vive", nell’Universo, un cammino di conoscenza e di esperienza: entrambe risvegliano in lui l’appartenenza al Padre comune e ciò produce il cambiamento di stato che, appunto, è l’evoluzione. Questo cammino dello Spirito (la vita in un corpo è solo uno dei tanti momenti dell’esistenza dello Spirito) è eterno, non finisce mai, perché se finisse noi saremmo assorbiti in Dio e perderemmo la nostra individualità cosciente.
6) - SOVRASTRUTTURA
Si intende l’insieme dei contenuti psichici (norme, tabù, divieti, regole, abitudini, ecc.) che rendono l’uomo schiavo dell’ambiente umano e perciò impediscono allo Spirito e all’Anima di esplicare la propria libertà.
Detto in altro modo, la sovrastruttura blocca il programma spirituale che lo Spirito stabilisce in base alla propria evoluzione, poiché il corpo diventa una trappola umana che costringe la mente all’obbedienza sociale senza alcun rispetto per i problemi interiori e spirituali della persona. Secondo i principi dell’Entità A e del Centro Italiano di Parapsicologia di Napoli, per ritrovare i segni dell’Anima occorre modificare sostanzialmente la sovrastruttura per far emergere la struttura sottostante che è, appunto, il binomio Anima-Spirito presente in ciascuno di noi.
7) - SPIRITO E MATERIA SONO INTERFACCE
La creazione è unica, ma ciò che viene contrassegnato dall’autonomia, dalla individualità, dall’intelligenza libera e dall’autocoscienza, diventa ciò che noi siamo, cioè esseri spirituali. La creazione che non possiede questi caratteri diventa "universo materiale".
I due piani sono distinti, tuttavia lo Spirito considera ciò che è fuori di lui, cioè l’universo, il mondo da percorrere e da conoscere: ma strutturalmente sia la materia che lo Spirito sono della stessa sostanza.
8) - CONOSCENZA E COMPORTAMENTO PRODUCONO EVOLUZIONE
Non c’è altra strada: l’evoluzione è conseguenza della conoscenza e la conoscenza si realizza sperimentando e vivendo l’esistenza, cioè la vita dovunque sia e in qualsiasi forma. Le teorie sono solo supporti e non sostituiscono mai il lavoro concreto dell’esperienza reale.
Se esistono i momenti teorici di riflessione critica, questi devono essere convalidati dal comportamento e dall’esperienza: solo in questo modo si può accrescere, nello Spirito, la conoscenza del divino e della Realtà universale. Per conoscenza di Dio si intende l’amplificazione della qualità interiore che, in ciascuno di noi, è già di natura divina. In pratica l’evoluzione risveglia in noi la coscienza dell’appartenenza alla stessa natura di Dio. In questo modo si realizza la mitica unione sempre cercata, ma si tratta solo di una illuminazione e non di una meta: del discoprimento, cioè, che siamo fatti, come essere spirituali, di una natura simile a quella di Dio.
9) - PRINCIPIO DI MATERIALITÀ
È il logico corollario dei punti precedenti ed è uno dei più rivoluzionari principi di Andrea. Secondo il Maestro, percorrendo sia l’esterno da sé (cioè la materia) che la propria interiorità (se stesso) si può conoscere la realtà e la verità delle cose. Da questo principio deriva che i corpi umani devono essere utilizzati e vissuti intensamente e non sublimati, come hanno sempre prescritto le religioni, perché lo Spirito può entrare in contatto col mondo solo attraverso il corpo. Se il corpo viene spento dall'oppressione dei divieti, per lo Spirito si vanifica l'esistenza, perché lo scopo della vita si trasferisce nei divieti e nelle rinunce passive. Il corpo, dice Andrea, é l'antenna umana dello Spirito e deve essere utilizzato come trasmettitore di segnali esperienziali.
10) - IL CORPO È SOLO MATERIA
Il corpo senza lo Spirito non ha alcuna sacralità. La vita è in funzione dell’esperienza spirituale, la sola che ne qualifichi il senso e il fine.
11) - REINCARNAZIONE
Si torna in un corpo molte volte, finché non si esaurisce la conoscenza della corporeità relativa a questo sistema fisico della Terra.
Il principio della reincarnazione conferma, implicitamente, che lo Spirito non viene affatto creato da Dio al momento del concepimento, ma preesiste ad esso da un tempo a noi del tutto sconosciuto.
12) - IL LINGUAGGIO DELLO SPIRITO
Come umani è per noi impossibile comprendere il linguaggio dello Spirito, ma ci possiamo avvicinare ad esso recuperando la nostra interiorità, cioè il luogo mitico dell’Anima presente in ogni vivente. Occorre, in altri termini, creare un nuovo centro dell’Io includendovi la coscienza spirituale che è cosa diversa dalla coscienza psichica che appartiene al cervello. Ma per ottenere un risultato del genere bisogna modificare la trappola ideologica che ci costringe ad essere umani in modo talmente sottomesso (regole, tabù, obblighi e costrizioni psicologico-pseudo morali) da farci completamente dimenticare che sulla Terra noi siamo venuti per vivere in funzione dello Spirito, non per obbedire alle morali umane.
13) - LIBERO ARBITRIO
La libertà, fondamentalmente, è una qualità dello Spirito, non del corpo essendo, questo, materia che soggiace al principio di causa-effetto.
L’uomo, inoltre, è assoggettato ai condizionamenti psicologici e sociali ed è schiavo del mondo.
Ma possiamo tornare liberi mediante la disobbedienza morale che consiste nel proporci, individualmente, uno scopo della vita finalizzato alle esigenze dello Spirito e non alle volontà degli altri uomini. Essere liberi vuoi dire pensare con la propria coscienza e non con quella che gli altri hanno costruita per noi sin da quando siamo venuti al mondo.
14) - LO SPIRITO STABILISCE IL PROGRAMMA PRIMA DI NASCERE
Per attuano, però, lo Spirito deve lottare con tutti i condizionamenti del corpo. Molte profonde nevrosi esistenziali e molte spersonalizzazioni, non dipendono dagli stimoli interni ed esterni della persona, ma da perdite del programma interiore: dal fatto, cioè, che si vivono vite ed esperienze diverse da quelle di cui lo Spirito avrebbe bisogno.
15) - IL KARMA
Premesso che la reincarnazione non prevede vite animali o vegetali (come invece sostengono certe filosofie orientali) per Andrea il karma non rappresenta il destino punitivo dell’individuo legato ad errori di vite precedenti, ma è soprattutto — ed in ciò il Maestro è assolutamente originale — l’insieme progettuale e propositivo della nuova vita che sta per svolgersi. Il karma, quindi è costituito dal programma che lo Spirito ha stabilito per sé prima di nascere. Di conseguenza, nella nostra vita vi sono cose sulle quali non possiamo esercitare alcuna scelta perché furono decise, sempre da noi, prima di nascere; ed altre che, invece, possiamo decidere liberamente durante lo svolgersi della vita. Poiché le linee principali del programma vengono scelte prima, la vera libertà noi la esercitiamo da Spiriti, mentre in terra siamo costretti a subire la trappola del corpo e le ideologie storiche e culturali del tempo in cui viviamo.
È importante sottolineare che nel progetto incarnativo non sono ammissibili programmi che implichino attività negative nei confronti degli altri viventi poiché lo Spirito, nel pro gettarsi, deve sempre uniformarsi ad un’etica universale, salvo a venirne meno quando entra nella trappola umana e negli istinti di aggressività e di distruttività che sono alla base di gran parte dei comportamenti sociali.
16) - LA MORTE NON ESISTE
Non muore mai nulla nell’Universo: perché dovrebbe morire proprio la struttura della nostra coscienza?
Per il Maestro lo Spirito muore, ma solo in chiave simbolica, quando viene in Terra e non viceversa. La vera dimora dello Spirito non è la Terra. La morte, quindi, è solo un ritorno nella casa del Padre.
17) - SOLO L’INTERIORITÀ CI DISTINGUE DAGLI ANIMALI
La nostra vera vita, cioè l’autentico nostro sentirci coscienti, si ottiene solo nel riconoscimento della natura interiore fino a percepirci perfettamente «in noi», poiché siamo noi ad essere il nostro Spirito.
Fuori di ciò l’uomo è dominato dalla perdita di senso e di significato, poiché si lascia vivere passivamente e pensa allo Spirito (se ci pensa!) come ad una cosa esterna, al massimo da definire teoricamente o da ammettere per fede. In questo modo, senza il vissuto e l’esperienza della partecipazione alla ricerca della propria Anima, l’uomo svolge riti distratti dominato dai sensi di colpa e dall’indifferenza verso ogni ricerca di verità.
18) - TEMPO E SPAZIO NON ESISTONO
Ovviamente non esistono al di là dell’umano, ma già da viventi si può sperimentarne l’inesistenza. Si tratta di categorie legate ai processi di cambiamento e di trasformazioni fisiche che lo Spirito, per sua natura, non può possedere.
19) - DEFINIZIONE DI DIO
Il Maestro ha dedicato a Dio lezioni sublimi e appassionate ma, sostanzialmente, egli afferma che di Dio sappiamo soprattutto ciò che non è e ciò che non ha: la natura intima di Dio non può che esserci eternamente sconosciuta. Ciò deriva dal fatto che l’infinito è irraggiungibile e poiché anche gli attributi divini (intelletto, potenza, verità) sono infiniti ed eterni, non sarà mai possibile capire la Sua intima natura.
Ciò nonostante la presenza di Dio è reale e continua e domina la scena universale perché, dice Andrea, noi pur percorrendo le nostre vite autonome non abbiamo mai lasciato il Padre ma siamo perennemente in Lui e in Lui sono tutte le cose, poiché non c’è nessun luogo o realtà mentale dell’Universo in cui non ci sia Dio.
Eppure, per paradosso, ogni definizione di Dio ci allontana, anziché avvicinarci e dunque Dio è l’unico Essere di cui non dovremmo parlare.
di Corrado Piancastelli
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