Guarire la Mente

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view post Posted on 14/11/2009, 10:39

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Ah io per primo, non vedo offesa, così stanno le cose, è un dato obiettivo che non può offendere.

E' un dato su cui lavorare, semplicemente.
 
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view post Posted on 25/11/2009, 15:49
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Guardate il discorso di Agosti:
Silvano Agosti

in breve dice che
tenerezza sessualità e amore devono essere sempre uniti
perchè:
"tenerezza senza sessualità e amore produce ipocrisia
sessualità senza amore e tenerezza produce pornografia e
l'amore senza tenerezza e sessualità produce misticismo.
Infatti, viviamo in un'epoca ipocrita, pornografica e mistica..."

che ne pensate?
direi che ci ha preso abbastanza...

 
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view post Posted on 25/11/2009, 16:07

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E' verosimile, non completamente corretto a mio parere ma sicuramente ben espresso.

Diciamo, una analisi piuttosto centrata.
 
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StarDust1
view post Posted on 26/11/2009, 12:53




Stimo da tempo il regista (e, diciamo, filosofo di base) Silvano Agosti.
Questo non significa per me che sia completamente condivisibile. Per esempio, in questa intervista che segnali flik (ti ringrazio), trovo anch'io un assioma parzialmente discutibile: il "dando per scontato che...". Ma non tanto nell'analisi di Agosti, rispettabile, quanto nel tipo di comunicazione.
"La tenerezza senza sessualità e amore produce ipocrisia" può apparire un po' sentenzioso e (se ho compreso bene dal video) non può essere generalizzabile. Ce lo conferma una gamma di esperienze personali, fin dall'infanzia.
Probabilmente, tale affermazione va presa come un momento circoscritto al discorso intavolato con l'intervistatore. Un flash più o meno contingente, quindi ...
Ma rischia di essere "letto" (nella situazione della comunicazione) come uno schema, una sorta di codice, ponendo all'ascoltatore, appunto, domande derivate condizionabili dall'affermazione stessa.

Ritengo che mai si possa acriticamente osservare/ascoltare come un "ipse dixit", cioè attestarsi al pensiero altrui ed emozionalmente mettere in secondo piano ciò che meglio potremmo coerentizzare noi di noi stessi.
Anche riferendoci ai comportamenti dell'adulto, lo stato mentale capace di tenerezza proviene da un grado di sensibilità individuale molto più spazioso ed ampio, nonchè profondo, liberamente estensibile dal soggetto non necessariamente coinvolto sessualmente.
Attenzione: ci sono concetti che viaggiano ...
La stessa concatenazione descrittiva, articolata nei 3 punti, spostandoci, potrebbe anche sembrare un bel gioco di parole, affascinanti e pure sensate, ma nella comunicazione ci sono molti altri fattori che sarebbe funzionale prendessimo sempre in considerazione esperendoli. Di autonomia nella propria originalità.

E' sottile il comunicare: implica sempre l'ascoltatore. Che se trascura di confrontarsi simultaneamente al proprio specchio interiore, ASCOLTARSI, si rende dipendente = momento polarizzato, duale.

Non penso che sia questo il caso, ma ho sentito accendersi un led, una lucina rossa . . .
(((Probabilmente, magari, riguarda chissà cos'altro, ah ah, povera me))). image image
 
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view post Posted on 26/11/2009, 14:36
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concordo stardust1, in effetti il tuo ragionamento vale comunque sempre, un po' per
ogni bella frase, detta anche da filosofi più affermati. Sempre ragioonare con la propria testolina e comunque il messaggio che ci giunge è alla luce delle nostre esperienze, del momento in cui viviamo e dello stato emotivo in cui ci si trova. "La tenerezza senza la sessualità...", mi fa pensare a due anziani che si vogliono bene e che non necessariamente sono ipocriti :(
 
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view post Posted on 10/8/2010, 22:21

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Finchè l'insegnamento non verrà finalizzato alla conoscenza di sè e del sè e dell'altro, finchè non si riuscirà ad eradicare il timore di non sentirsi accettati, apprezzati, visti e compresi per quel che si è dentro e fuori al di là di ciò che si possiede a titolo materiale, economico, mondano e anche fisico, corporeo (belli o brutti che si sia, magri o grassi, alti o bassi, dotati o meno che si sia) il confronto frontale verrà vissuto come uno scontro e si dovrà ricorrere a "sostegni" esterni, come alcol e droga, per fronteggiare ciò che diviene una vera e propria guerra mentre dovrebbe essere vissuta come fonte di gioia e di salute e di ricchezza.

Finchè non cambieremo i modelli sociali di stampo consumistico, usa e getta, superficiale e futile, finchè non educheremo noi stessi e i nostri figli a ciò che dovrebbe essere la vita vera, la vita da uomini e da donne consapevoli del valore della vita, finchè questo non sarà fatto, tutto resterà una Valle delle Ombre. E non pochi vogliono che tutto resti tale.

Compete a ognuno di noi far giungere un poco di luce, con pazienza, con coraggio, con onore e con dignità, se possibile.
Non importa cosa gli altri possano dire e pensare di noi. Compete ad ognuno di noi rompere la solitudine e donare un sorriso a chi vive una solitudine patologica.


Uno sforzo oggi, per migliorare se stessi, può voler significare un mondo migliore domani.


E quando i rapporti divengono utili, produttivi, gioiosi, sereni, quando i rapporti divengono fonte di dialogo, di crescita, quando il modo di rapportarsi consente a chi si rapporta di sentirsi accettato indipendentemente da ciò che è ed ha, di sentirsi compreso, di sentirsi "al sicuro", "protetti", accettati, la salute ne trae un giovamento tale che può accadere di veder sparire dal mondo un numero elevato di disagi, di disturbi e di malattie. Depressioni, ansie, anoressie, bulimie, tormenti e torture mentali di vario genere e grado, angosce, fobie, paure, dolore e pena, possono scomparire, improvvisamente, come fosse un miracolo.

Ecco, se qualcuno lo desidera, un modo sicuro e scientifico per compiere veri e propri miracoli.
 
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flipperina
view post Posted on 20/9/2010, 10:05





Magari Oro magari...è che senza una cura di supporto pare veramente dura...
 
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view post Posted on 20/9/2010, 19:59

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Il rapporto stesso può diventare la cura, i buoni rapporti sono essi stessi una cura spesso molto più efficace di tanti farmaci e rimedi.

E' chiaro che una condizione patologica marcata o grave necessita inizialmente e anche per tempi a volte non brevi di un supporto e sostegno farmacologico ma se nel contempo, nel frattempo, si riesce con buona volontà a costruire rapporti validi, sani, veri, rapporti "umani", di amicizia, di affetto, di stima e di rispetto, anche di amore volendo e potendo, essi saranno la guarigione dalle tante ferite che il "mondo" (ambiente familiare, sociale ecc...) è in grado di infliggere.

Se un rapporto o i rapporti non conducono a ciò essi sono privi di valore vero, di valore reale, sono rapporti di superficie, vani, inutili, mondani, privi di scopo, di significato e di significante che non sia quello della pura sopravvivenza abulica e chiusa alla verità.

Nonostante ciò, l'essere umano è dotato naturalmente di capacità e qualità che possono renderlo migliore e più saggio e anche più "sano" spiritualmente attraverso certe sofferenze se si è in grado di comprenderle, di capirne le radici, i motivi, le ragioni e di accettarle come parte della propria esperienza non facendone però una parte di merito né di comodo, non usandole per fuggire da se stessi e dalla realtà né per essere compianti e compatiti in una sorta di narcisismo negativo.


La cura deve comunque essere posta in atto quando mente e corpo non rispondono adeguatamente alle necessità di vita, quando la normale vita quotidiana viene pesantemente gravata e invalidata.
 
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view post Posted on 29/12/2010, 00:22

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I tempi sono più difficili, le malattie più difficili da trattare. Tra le componenti importanti, a mio avviso, c'è sempre da considerare, in qualsiasi malattia, sia essa psichiatrica o psicologica sia essa puramente fisica sempre ammesso che esista una malattia puramente fisica, non mi risulta, ma uno dei problemi da considerare è la volontà del soggetto e la sua capacità di lotta.

Spesso il soggetto è una persona sconfitta ancor prima di ammalarsi. Sconfitta dalla vita, dalle sue condizioni umane, dai problemi e dalle difficoltà. Ina lcuni casi la malattia diviene la scusante per sfuggire responsabilità, per sfuggire la propria vita.

Ecco quindi un esempio di riflesso psicologico della stanchezza cronica, diciamo.

Il peso della vita può divenire ad un certo punto tale da determinare un abbattimento, un annullamento degli schemi di sopravvivenza. I troppi stress, i troppi dolori, le troppe "fatiche" di una vita dolorosa e infelice, possono determinare la resa alla malattia.



Questo può anche significare che la vita è stata vissuta in maniera errata, in modo sbagliato, che si sono fatte scelte errate, che non si è percorsa la propria vita, la propria via.



Dunque questo aspetto dovrà essere valutato con attenzione e riconosciuto allorquando sia presente. Succede che, pur essendo evidente un miglioramento a volte anche non lieve, il soggetto abbandoni la terapia perché il suo scopo vero, reale, la sua intenzione, non è quella di guarire.



D'altra parte è anche vero che non pochi pazienti pretendono il miracolo. Dopo aver passato decenni a danneggiarsi (consapevolmente o meno poco conta) la salute, dopo aver magari passato anni a fare visite mediche di ogni tipo e in ogni dove, dopo aver passato mesi o anni ad assumere farmaci e a non averne tratto giovamento, vorrebbero (certamente non a torto) guarire in pochi giorni, e ciò non è possibile.



Guarire la mente ed il corpo non è una cosa facile, non è una passeggiata, spesso occorre lottare con ferocia e per tempi lunghi, senza sosta, senza stancarsi. Se non si è in possesso di volontà vera di guarigione non vi sarà guarigione e il soggetto resterà ammalato anche se guarito.
 
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Gioeba
view post Posted on 30/12/2010, 18:11




CITAZIONE
Se non si è in possesso di volontà vera di guarigione non vi sarà guarigione e il soggetto resterà ammalato anche se guarito.

mi permetto una domanda visto l'interesse per questo argomento

come si può fare da persone normali a aiutare a fronteggiare la mancanza di volontà o la troppa sfiducia nelle persone che ci stanno vicino ?
 
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view post Posted on 30/12/2010, 19:20

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Si fà quel che si può, Gioeba. Senza drammi, senza esaltazioni.
 
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Gioeba
view post Posted on 30/12/2010, 21:58




anke perkè fare quello che non si può sembra un pò difficile.... :huh:
ok per il cercare di non fomentare stati d'animo spiacevoli o pericolosi ma mi riferivo al fatto che potesse magari esistere un "canone" di comportamento più efficace di altri per infondere fiducia e volontà ...
 
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view post Posted on 31/12/2010, 00:10

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Con pazienza, amorevolmente, senza pietà.
 
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Gioeba
view post Posted on 31/12/2010, 01:22




senza pieta nel vero senso della parola (vado a cercare una mazza da baseball :P ??? ) o riferito alla pazienza e all'amorevolezza ?

 
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view post Posted on 31/12/2010, 01:33

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Nel vero senso della parola ma con pazienza e amorevolezza. Nel senso che non si deve concedere scampo al vittimismo, la persona deve essere responsabilizzata, i suoi torti ed errori evidenziati e le sue colpe rilevate al fine di rafforzare il carattere, la personalità, ristrutturare l'individuo.

In concomitanza è necessario metterne in rilievo doti e talenti e potenzialità.

Chiaramente all'interno di un percorso che non deve certo disdegnare l'uso opportuno dei farmaci idonei.
 
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136 replies since 25/7/2008, 11:50   3361 views
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